Lo Studio Podologico Muniz è in grado di eseguire terapie di prevenzione e cura delle principali patologie podologiche.
Di seguito alcune delle cure che possono essere effettuate direttamente in sede.
Di seguito alcune delle cure che possono essere effettuate direttamente in sede.
1. ONICOMICOSI
Infezione del complesso ungueale, è caratterizzata da una colorazione gialla o marrone chiara, rammollimento, spaccatura, ispessimento e creste longitudinali del complesso ungueale. Un efficace trattamento dell’Onicomicosi non può essere completato senza la rimozione della lamina micotica, con apposita fresa diamantata, facendo attenzione a non ledere il letto ungueale. il trattamento è coadiuvato dall’antimicotico locale, per un minimo di 15-20gg. |
2. ONICOCRIPTOSI (UNGHIA INCARNITA)
Con questo termine definiamo la condizione patologica caratterizzata da lesione del solco ungueale per invaginazione della lamina. Le cause scatenanti dell’Onicocriptosi possono essere varie, come ad esempio un taglio scorretto della lamina, una calzatura inadeguata, oppure un fattore biomeccanico. In alcuni casi la pronazione dell’avampiede provoca un aumento di pressione, con conseguente sfregamento del tessuto periungueale sulla lamina. Prima di procedere al trattamento, il Podologo deve capire quale sia il fattore scatenante. Dopo l’esame obiettivo, l’emilaminectomia a spicchio e medicazione occlusiva completeranno l’intervento. |
3. FASCITE PLANTARE
I pazienti con fascite plantare lamentano solitamente algia lungo la fascia, che risulta tesa, con dolorabilità massima lungo la superficie plantare del mesopiede. La tensione sulla fascia plantare va ridotta con l’adozione di un’ortesi plantare. Il plantare deve essere progettato con molta attenzione, perché il sostegno del mesopiede deve essere realizzato in materiale morbido, ma non eccessivamente comprimibile. |
4. NEUROMA DI MORTON (NEUROMA INTERDIGITALE)
È un aumento di volume di un nervo sensitivo interdigitale, provocato da uno stimolo irritativo cronico di natura meccanica, il quale, intrappolato e leso, causa dolore e bruciore nell’avampiede. Lo schiacciamento del nervo nello spazio interdigitale subito distalmente alle teste dei metatarsi causa dolore e talora parestesie nelle dita. L’individualizzazione di questo problema è semplice e veloce: si tratta una manovra (Click di Mulder) quando l’avampiede viene schiacciato o le teste dei metatarsi vicino vengono spostate fra loro. Un trattamento conservativo ed efficace può essere un’ortese plantare, che tenga distanziate le teste metatarsali interessate. |
5. APOFISITE CALCANEARE (MALATTIA DI SEVER)
Tipica nei bambini fra 10 e 14 anni, i reperti obiettivi comprendono la dolorabilità all’apice del calcagno e, a volte, un fastidio nello stiramento passivo del tendine d’Achille. Riposo, aumento del tacco della calzatura, forti calcaneari della scarpa ben contentivi sono possibili soluzioni. Per migliorare l’effetto di allentamento della trazione del tricipite indotta dall’aumento del tacco è consigliabile l’adozione di una tallonette, possibilmente avvolgente, con effetto ammortizzante. |
6. IPERCHERATOSI PLANTARI (CALLOSITÀ)
Ispessimento cutaneo da accumulo di cheratina dovuta a fattori patomeccanici che influenzano il ricambio dei cheratinociti. Le dimensioni, la morfologia, lo spessore e la densità di una zona di ipercheratosi traumatica sono parametri indicativi delle sollecitazioni responsabili della sua formazione. L’asportazione con strumenti da taglio dell’ipercheratosi è sicuramente la tecnica più indicata. Il bisturi classico con lame monouso garantisce una sicura sterilità e un ottimo taglio. Molto spesso le ipercheratosi plantari hanno un’origine eziopatogenetica, quindi la realizzazione di un’ortesi plantare per coadiuvare il trattamento richiede un’accurata indagine sulla sintomatologia ed un approfondito esame obiettivo. |
7. IPERCHERATOSI INTERDIGITALI (OCCHIO DI PERNICE)
L’irritazione cronica della cute dei lati adiacenti di due dita dovuta ad una sporgenza ossea sottostante può dar luogo alla formazione di un callo dolente. Come per l’ipercheratosi plantare, quella interdigitale ha quasi lo stesso iter procedurale, per quanto riguarda il trattamento. Quindi: asportazione del tessuto ed alleggerimento dello spazio interdigitale, con un’ortesi in silicone. |
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8. ORTESI IN SILICONE
Le ortesi di protezione servono principalmente ad isolare dai traumi la parte interessata, sia essa una sporgenza ossea o una zona di ipercarico. Sono usate per ridurre la pressione sulla cute in presenza di esostosi, dito a martello, dita a griffe, alluce valgo o ipercheratosi interdigitali. Le ortesi in silicone hanno lo scopo di correggere il mal posizionamento delle dita, ad esempio clinodattilia infantile o deviazioni a martello in età adulta. Prima dell’utilizzo delle ortesi, il Podologo deve valutare la possibilità di riduzione dell’atteggiamento, con un ciclo di ginnastica articolare per un tempo proporzionale alla rigidità riscontrata. Tutte le ortesi in siliconi sono dei veri e propri dispositivi su misura, quindi pensati e ideati per ogni singolo paziente. La scelta dei materiali e la tipologia di ortese devono essere scelti in base alla patologia. |
9. ULCERE DIABETICHE (su prescrizione medica)
L’ulcerazione del piede neuropatico può essere avviata da un trauma inavvertito, quale l’irritazione dovuta all’uso delle scarpe che può portare alla formazione di vescicole, le necrosi, la penetrazione di corpi estranei e la semplice lacerazione della cute. Il mancato riconoscimento della gravità dell’interruzione della barriera cutanea protettiva può portare ad un’infezione superficiale o profonda, ad un’ulcerazione cronica e ad un’osteomielite. Occorre il massimo alleviamento possibile del carico pressorio, attuato per mezzo di ortesi ben progettate. |